Il 14 maggio 2005 è stata una giornata incredibile per l’aviatore militare Didier Delsalle.
Questa data è passata alla storia ed ha riscritto 3 record mondiali dell’aviazione in elicottero.
Didier ha dato prova delle sue doti atterrando sulla vetta più alta di tutte: Sagarmāthā, meglio conosciuto al di fuori del Nepal come il Monte Everest.

Nonostante questa impresa abbia fatto notizia a livello internazionale all’epoca, potresti non conoscere la storia dietro a questo incredibile volo sulla cima più alta del pianeta.
Delsalle, aveva questa idea in mente dal 1992 ma all’epoca ancora gli elicotteri non erano tecnologicamente avanzati per volare in condizioni così estreme.
Le variazioni di potenza in alta quota dovute alle forti correnti d’aria e l’ossigeno rarefatto potevano essere letali.
Partendo da Lukla, un remoto aeroporto di montagna che è anche il punto di partenza per gli scalatori e gli escursionisti dell’Everest, Delsalle iniziò anche a condurre i voli di ricognizione per scoprire il modo migliore per avvicinarsi alla vetta.
Molto presto ha capito che il percorso verso la cima non era semplice.
Un lato della montagna era battuto da una corrente ascensionale, mentre dall’altra parte c’era una forte corrente discendente, con una potenza di quasi 60 nodi che l’elicottero a piena potenza non era abbastanza potente per contrastarlo.
Per Delsalle, raggiungere la vetta significava attraversare, in volo non certificato, la linea sottile tra le correnti ascensionali e le correnti discendenti dell’Everest.
Era essenziale trovare un percorso che gli permettesse di volare senza intoppi.
Ha fatto diversi avvicinamenti alla vetta durante i suoi voli di ricognizione, ma non ha tentato un touchdown, perché non sentiva che era il momento giusto.
Nella vita è fondamentale essere a proprio agio, figuriamoci a 8.000 mt, a bordo di un elicottero, con venti che in quota arrivano a quasi 300 km/h!
Didier in merito ha detto: “In questo genere di cose, in effetti devi lasciare che la montagna ti accetti.”

Il momento giusto è arrivato la mattina del 14 maggio 2005.
Dopo due giorni di tempesta la montagna si è placata e Didier ha finalmente spiccato il volo per la vetta.
L’atterraggio è stato difficile, a causa dei 65 nodi di vento e della mancanza di riferimenti visivi.
Sulla vetta i venti di corrente ascensionale hanno abbastanza forza da scaraventare via un oggetto grande come un elicottero quando abbassi la rotazione motore.
Didier ha dovuto incastrare i pattini dell’elicottero sulla vetta e spingere verso la montagna per rimanere in vetta.
Non solo, aveva i finestrini aperti per evitare che il parabrezza si ghiacciasse con l’umidità del respiro.
La temperatura era di -35°C, e poiché Delsalle non ama volare con tute da volo ingombranti, indossava solo due strati di indumenti termici, più la tuta da volo.
Penso che in quelle condizioni ti dimentichi il freddo da quanta adrenalina ti pulsa nelle vene!
Delsalle non ha avuto problemi quando è arrivato il momento di partire dalla vetta dopo 3 minuti e 50 secondi, quasi il doppio dei 2 minuti di slittamento a terra richiesti dalla FAI.
Didier detiene i record mondiali per il volo in elicottero in velocità di
- ascensione a 3.000 m, 2 min 21 sec
- ascensione a 6.000 m , 5 min 06 sec
- ascensione a 9.000 m, 9 min 26 sec
Record di decollo più alto, 8.848 m, dalla vetta del Monte Everest
Ma qual’era il vero scopo della missione di Delsalle?
Didier era motivato dal desiderio di espandere le capacità di soccorso per gli scalatori dell’Everest, centinaia dei quali sono morti nel tentativo di scalare la vetta.
La strada aperta da Delsalle nel 2005 sta abbassando le perdite di vite umane sulla montagna; nonostante le condizioni meteorologiche dell’Everest rendono alcuni soccorsi inaccettabilmente rischiosi, se non addirittura impossibili.
Cosa voglio dirti con questo articolo?
Didier per arrivare a questo risultato ha fatto centinaia di test.
Ha messo in conto che avrebbe volato in un condizione di bassa pressione atmosferica esponendosi a venti di 300 km/h con ossigeno limitato sia per Delsalle che per il motore del suo elicottero.
Si è preparato fisicamente e mentalmente per quasi 2 anni per poter rimanere lucido in una situazione di volo estrema, e potenzialmente mortale.
È l’ostinazione che fa il genio.
A conti fatti, la somma maniacale dei test e della preparazione di Didier lo hanno portato passo dopo passo in cima al tetto del mondo!
Passami il paragone estremo, ma qualsiasi sia il tuo Everest, anche tu puoi arrivare in cima.
Sbagliare è umano, ma perseverare è geniale!
Quindi vai avanti ed ostinati sui piccoli passi costantemente, sei sempre più vicino alla vetta.
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Fai scoprire la storia di Didier Delsalle a chi vuoi tu, ti basterà condividere questo link: https://bit.ly/3NTk98f
Al tuo benessere,
Alessandro
Grazie!! Affascinante, svisare la natura è fantastico
…complimenti per la scelta e grazie per la condivisione di questa bellissima storia motivazionale